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APPROFONDIMENTI

ESSERE LARINGECTOMIZZATI

LA MALATTIA: E’ GIUSTO CHE IL PAZIENTE SAPPIA?
La comunicazione della diagnosi e il rapporto con la sofferenza

La diagnosi di tumore alla laringe non è sempre facile da effettuare e talvolta arriva dopo anni di ricerca, di esami, di consulti che non hanno portato a nulla.
L’idea poi di essersi ammalati di tumore è sempre qualcosa di sconvolgente nella vita di una persona, associata com’è alla sofferenza e all’inevitabilità della morte.
In realtà oggigiorno il tumore si può curare e si può guarire, ma rimane sempre una grossa incognita sul come si svilupperà la nostra specifica storia di malattia. Questa patologia colpisce prevalentemente persone di sesso maschile.
Come per gli altri tumori, una diagnosi precoce consente spesso un intervento chirurgico più conservativo (laringectomie parziali). L’intervento chirurgico conseguente alla diagnosi spesso viene realizzato d’urgenza, perché l’obiettivo è salvare la vita alla persona. “O ti operi o muori” sintetizza il messaggio angosciante che a volte il medico lancia e che improvvisamente sconvolge l’equilibrio della persona.
Alcuni pazienti preferirebbero un approccio più “delicato”, le informazioni potrebbero essere date in modo meno brutale, addirittura alcuni preferirebbero non sapere. Quel che la ricerca ci dice però è che un paziente partecipe viene dimesso dall’Ospedale in tempi più rapidi, ha meno effetti collaterali, riesce insomma a far fronte alla malattia in modo più favorevole. Ma c’è modo e modo, ovviamente, e ogni storia è diversa!
In cosa consiste l’intervento chirurgico di laringectomia totale? Viene asportata completamente la laringe. L’intervento separa definitivamente la via digestiva da quella respiratoria, abboccando la trachea alla cute (stoma). L’aria non passerà più dalle vie normali (naso e bocca) ma solo attraverso lo stoma, posto alla base del collo. Lo stoma deve essere tenuto pulito per consentire una buona respirazione e riparato da corpi estranei.
Il successivo rientro alla quotidianità è difficile perché tutto cambia: le abitudini, il modo di respirare, i pericoli cui fare attenzione, la cura di sé e del proprio corpo, le relazioni coi familiari, i rapporti con gli amici, ecc.
Ci si chiede “perché proprio a me?” E si cercano risposte, ma quelle che si trovano fanno aumentare la rabbia, in quanto si scopre che è colpa del fumo, o dell’alcol unito al fumo, dell’esposizione prolungata a sostanze tossiche (amianto, solventi, pesticidi, acidi, vernici, polveri fini…), cioè del posto dove si è scelto di vivere o del tipo di lavoro che si è scelto, ecc.
Talvolta anche dopo anni rimane lo choc da superare, il dirsi che il pericolo è scongiurato, e l’accettazione difficile di una nuova condizione di vita.

 

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