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ARTICOLI
LAVORARE IN GRUPPO
IO DONNA :
UN GRUPPO AL FEMMINILE
La donna è spesso al centro dell’attenzione
per la complessità del suo ruolo, tra bimba, moglie, madre, nonna,
amica, amante…ecc. Tutti hanno qualcosa da dire in merito, soprattutto
quando nascono i problemi.
I mass media le descrivono nei modi più vari: dalle donne che
amano troppo, alle piccole donne che crescono, alle casalinghe frustrate,
all’alcoolista di turno, alle incallite manager da baby boom, alle
nove settimane e mezzo, al diario di Bridge Jones, alle coraggiose superstiti
di la vita è bella, alle donne depresse da una vita che non sentono
più loro, alle vittime di violenze familiari, alle donne che cercano
di sopravvivere alla separazione…ecc.
Vorremmo dare la parola alle donne ora, lasciando loro lo spazio e il
modo di confrontarsi, discutere, recuperando una dimensione che tenga
conto della complessità della vita quotidiana, ma anche delle
loro esigenze più intime e profonde, dei vari “trucchi del
mestiere di donna”. Un gruppo dalla parte delle donne, che tenga
conto del loro specifico, nel rapporto con sé e con gli altri.
Un tempo le donne usavano riunirsi di tanto in tanto intorno al focolare,
per raccontarsi le loro storie e tramandarsi i segreti dell’esser
donna. Oggi non c’è più l’abitudine d’incontrarsi,
ma è rimasta l’esigenza di condividere con “qualcuno
che capisce” i propri dilemmi, che magari li ha già superati.
Ciò è ancora più sentito nei momenti di passaggio,
o cambiamento, dove “tra i non più e i non ancora” ci
si muove con una certa fatica, con l’amarezza di ciò che
non è stato, la paura di quel che verrà o non verrà…
Ma la paura, se da un lato può essere pietrificante e immobilizzante,
dall’altro può essere anche un ottimo stimolo per guardare
con occhi attenti a ciò che ci circonda, per poter cogliere la
ricchezza o la pericolosità di ogni occasione, quindi paura come
compagna vibrante e preziosa del rischio di vivere!
Aldous Huxley disse: "L'esperienza non è ciò che
ci succede, ma ciò che si fa con quello che ci succede"
Il gruppo potrebbe permettere un'esperienza alternativa in grado di favorire
un iniziale avvicinamento a un proprio ritmo, un proprio tempo, un proprio
equilibrio. . Si tratta di offrire e di offrirsi, anche in questa maniera,
l’opportunità di esplorare nuove risorse che consentano
di guardare al proprio essere nel mondo in un’ottica di trasformazione,
di crescita e di speranza.
Pur senza negare l’importanza di un confronto con l’altro
sesso, crediamo importante anche tuffarsi nel proprio modo di essere,
nella propria storia, per poter recuperare una dimensione più autentica.
D’altra parte i gruppi al femminile hanno rivelato una notevole
capacità di ascoltare la profondità e intimità del
proprio essere, per risalire dagli abissi dell’oceano con “nuovi
occhi per vedere”.
Dott.ssa Barbara Rossi, psicologa, psicoterapeuta, terapeuta di gruppo.
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